THE SUBSTANCE (2024) - TORNANDO DAL CINEMA

 The Substance di Coralline Fargeat


Prime impressioni post sala...

Classifica migliori Joker:

1 Jack Nicholson

2 Heath Ledger

3 Demi Moore

4 Joaquin Phoenix

5 Jared Leto


Scherzi a parte, si vede che la regista non ne poteva più di vedere tette, la sua visione mi ricorda la tipica femmina felliniana ma all'opposto. Poi è veramente interessante l'uso che si fa del tema e del bello in generale, insieme al brutto (a differenza di Parthenope). Trovo molto ben congegnate le citazioni a horror cult.

All'inizio pensavo fosse un altro film che Mamet definisce "facile" nell'accontentare tutti, portando in alto i corpi splendidi di queste due donne e poi trasferendo il messaggio della critica ad una società basata sulla bellezza ("è l'unica cosa" in The neon demon). In parte è così. Ma è talmente imponente la deflagrazione di questi corpi, è talmente didascalica (in senso buono) la devastazione dell'ideale, che è il tutto assolutamente propedeutico. In realtà il film è una storia sì politica, ma molto centrata su questa singola persona e sul suo individualismo. Proprio per questo risulta politica. E anche il valore metaforico e l'obiettivo non lasciano spazio a tentennamenti. Lo dimostra la degenerazione finale, molto più allegorica che coerente a livello narrativo, e mi è sembrata La strada pertinente e giusta. Aveva senso che andasse a parare lì in questo modo. Era l'unica via, per essere originale e diretta. Fin dall'inizio, fin da quando il minimalismo del marketing della Sostanza, la forza delle parole di congedo ("were","break a leg") sono l'arma e anche la figurazione della vittima.

È un film discutibile ma non sul piano tecnico, perché ha un senso nella visione della regista, troppo determinata e cosciente per poterla criticare sui dettagli (a mio avviso). 

Le trovate visive sono molto interessanti perché iper classiche per la maggior parte, ma supportate da un forte uso del suono (non nel senso di volume alto o Jump scare), oppure più lynchiane nelle dissolvenze e nelle vibrazioni o nei movimenti in stato di alterazione. Davvero convincente e senza eccedere in manierismi. Il finale è liberatorio e si apprezza la citazione a Shining perché, per quanto forse non così utile, è spezzata a metà e si ottiene un certo compimento.

Forse, l'unica cosa che un po' mi ha fatto storcere il naso è l'abilità eccessiva come muratrice e infermiera della protagonista.

Super cast. Super trucco, anche grottesco nell'andare sopra le righe da un certo punto in poi. Infatti è stupefacente per quello.

Dover essere sempre di più per essere amati e l'illusione di avere un bisogno spasmodico a causa del consumismo... Ecco come metterlo in scena, con pulizia e grande conoscenza. Il packaging, gli spot, ma anche l'ossessione delle due (Moore+Qualley), che sono una, ma che competono. Sempre nell'ottica capitalistica. Per non parlare di Dennis Quaid...

Degno erede de Il seme della follia, The neon demon, La Cosa, Society.

Una seconda visione mi chiarirà se la durata è un pelo eccessiva, alla prima direi di no (nonostante abbia sentito da qualcuno questa critica, legata al finale abbondante).


di Giovanni Piretti 

Commenti

Post più popolari