JOKER: FOLLIA (A) DUE (2024) - TORNANDO DAL CINEMA
JOKER 2
Lettera poco gentile alla produzione
Caro Todd
(parlo a te ma mi riferisco a tutta la crew e alla produzione),
un film su un pazzo omicida lo poteva fare chiunque. Il Joker però, Todd caro, non è un pazzo omicida qualunque. Non è vero che chiunque può essere Joker. In the Killing Joke, sembra che una brutta giornata per Batman lo abbia infine fatto cedere. Ma non lo sappiamo, e non ci crediamo davvero. Perché Joker è Joker, è un artista della pazzia e del crimine. L'interpretazione del personaggio di Nicholson per Burton mi sembra la più adatta. Non è solo un anarchico come Ledger. Non basta cucire un vestito rosso sulla pelle di Rupert Pupkin o Travis Bickle e poi dire che ti sei stancato di farlo con un film in cui lo rifai. Non ci trovi nulla di utile. Avrebbe avuto senso se nei primi venti minuti mi avessi sviluppato tutto questo che ho visto in due ore e, nella restante ora e mezza, mi avessi mostrato qualcos'altro, qualcosa che realmente ti interessava su Arthur, o magari no. Ma non avevi nulla da dire e ci hai tenuto a dirlo. È questo il controsenso. È come se un cieco fosse andato da un ottico e si fosse lamentato del fatto che vende occhiali da vista. Alla mia età, non mi basta più vedere estetica o violenza fine a sé stessa, il trucco è una cosa seria, come il gioco. Che non è uno scherzo, diceva Bene. Qui abbiamo solo scherzato, e neanche sul nulla, perché anche il nulla è una cosa seria. Mi dispiace, ma non sei Fellini, non hai fatto Otto e mezzo, perché non hai messo in gioco te stesso. Ti consiglio il film Amici miei, ma forse già lo conosci.
A mai più (magari tra trent'anni mi ricredo invece. Improbabile).
PS: ho deciso di non inserire alcuna immagine del film, perché a mio avviso c'è stato un abuso dell'immagine in senso ampio. La fotografia è splendida. E queste due affermazioni sono coerenti.
Comunque,
questo scempio di falso spettacolo (perché non è altro, non è finzione, è solo falsità) dimostra di essere una presa in giro al pari del primo. Anzi peggio. Laddove nel primo c'era un contenuto (copiato) impacchettato per vendere con un marchio infiocchettante, qui addirittura si tenta di fingere una critica a quello stesso sistema di vendita, truffando doppiamente gli spettatori e il sottoscritto. Quei poveri e pochissimi (ma non trascurabili) critici che addirittura lo hanno definito "fine e sottile", mi chiedo, ma cosa hanno mai visto? Forse era la pubblicità prima del film, perché tanto le due cose non si distinguono per scopo e senso.
Sta tutto in una frase: "Non sappiamo come lo faremo, ma ci proveremo".
Di Giovanni Piretti
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