PEARL (2022)
Film di Ti West, prequel di X (in attesa di Maxxxine, il terzo capitolo, possiamo dire che si può tranquillamente vedere prima di X)
Questo gran lavoro ci concede di vedere meglio "l'immagine" della trilogia, la falsa idea del sogno americano e la frustrazione che ne deriva: puoi essere chi vuoi se lo desideri e, soprattutto, non devi lasciare che qualcuno ti dica che non puoi farlo. Pensaci. Quanto estremo devi essere per far sì che ciò diventi letteralmente realtà? Pearl rappresenta la risposta. Devi vendere la tua anima, se sei normale e anonimo. Bisogna usare la violenza per ribellarsi e competere.
La madre e opprimente e il padre inesistente e da accudire spingono Pearl ad aspirare a qualcosa di più, tenendo il proprio sogno nel cassetto. Ma è solo questione di tempo che il suo sbocciare si scontri con le regole stringenti che vigono in casa sua.
L'inizio è piuttosto lento, così come la crescita di questa ragazza, sempre meno paziente e portatrice di tensione (che ella stessa subisce su di sé). Non è mai stata del tutto innocente, ma è cresciuta così. E ha bisogno di un cambiamento.
Secondo me X era interessante ma meno forte e meno efficace, poiché l'ambizione di Maxime è più legata alla sua giovinezza e spavalderia. Più normale.
Pearl ha un incipit più prevedibile, ma anche una costruzione molto "burtoniana" e un ritmo da horror classico che non rinuncia a variazioni sul tema molto belle. I punti di svolta funzionano molto bene, sono molto coerenti con il semplice (ma complesso) personaggio principale.
Le parole della madre di Pearl sulla cattiveria di questa ragazza sono molto efficaci per il loro doppio significato: quello realistico e quello morale.
Non c'è davvero bisogno di parlare della meravigliosa dose di metacinema. L'idea che ancora in questo mondo pieno di "Sogni", il "diverso" che si cerca nel business sia esattamente la solita "star" "standard".
Questa attrice, Mia Goth (e co sceneggiatrice), può cambiare il suo umore in un secondo e in molti modi estremi o quasi impercettibili. Può recitare sottotono o agire in modo eccessivo.
In un secondo.
E bene.
L'angoscia dell' horror nel film è data dalla storia violenta di questa ragazza, ma anche dalla sua voce struggente, nel suo lamento. Che combinazione efficace!
Molto bello anche poter ascoltare dagli extra del Blu-ray che volevano girarlo in bianco e nero e che la fotografia in technicolor poi è stata non solo la soluzione opposta, ma anche la soluzione meglio pensata. Il processo creativo sembra molto interessante ed è bello che la sceneggiatura sia stata scritta dal regista e dalla protagonista in questo clima di ispirazione.
Soprattutto se questi sono i risultati.
di Giovanni Piretti
PS: il finale così reiterato mi ha ricordato molto quello di Call me by your name, così retorico, melenso. Qui c'è un uso dello stesso concetto un milione di volte più appropriato e artistico nel senso migliore del termine.
E l'uso della colonna sonora per raccontare il tema della storia, letteralmente, combinato con ciò che ho appena detto, rende il cinema ancora potente.
Per fortuna.
Commenti
Posta un commento