TORNANDO DAL CINEMA: THE FALL GUY (2024)

In breve: su The Fall Guy 


Ryan Gosling si, ma che Emily Blunt!

La trama c'è eccome, è sottile e multistrato. Vive di citazioni ma assolutamente rielaborate nella messa in scena impeccabile tra composizione e gestione degli attori. La pellicola ha una grande consapevolezza (Leitch è un regista che ha fatto per anni lo stunt) ed è anche molto politica e attuale nel cogliere le complessità delle AI (deep fake) e di effetti speciali esasperati, o produttori incapaci e dittatori (tema forte e ricorrente, ma espresso con coraggio in un blockbuster).

C'è Carpenter, ci sono i Cohen con i loro gialli antitrama, c'è Michael Mann, c'è perfino Fellini e anche qualcosa di Nanni Moretti, per un film estremamente americano e anche antiamericano. Un film che riflette sullo storytelling e sulla messa in scena, sulle maestranze, sulla manodopera rivoluzionaria, sulla tecnica che non è solo tecnica e non va né sminuita né strumentalizzata e idealizzata, sui ruoli femminili (la Blunt ha un personaggio estremamente coerente e verosimile). Un film realistico ma onirico, che viaggia sempre su un doppio livello di testo. 

Come si fa a non dire che è da storia del cinema!

Il ragazzo è "quello che cade", il ragazzo deve "cadere". Shakespeariano e metaforico, l'emblema del potere del cinema. Da non perdere in sala!


My ★★★★½ review of The Fall Guy on Letterboxd https://boxd.it/6sMYOB


di Giovanni Piretti 

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