TORNANDO DAL CINEMA: FOGLIE AL VENTO

FOGLIE AL VENTO di Aki Kaurismaki


Foglie al vento è un film drammatico, una storia d'amore dal sapore classico per quanto molto calato nella contemporaneità. È una storia quasi neorealista ma incredibilmente ricca di ironia, oltre che di amarezza e dolcezza. Ha anche una grandissima forza, sincerità e familiarità, oltre che lucidità, nel descrivere il nostro vivere tra fallimenti lavorativi, necessità di sedarci e difficoltà nel rapportarci tra noi con sincerità, nel tentativo di fare amicizia o addirittura di trova una persona da amare. È disarmante il modo in cui si prende gioco delle convenzioni sociali e allo stesso tempo in cui ne elogia il sapore, il romanticismo e la descrizione che ne è stata fatta dal cinema del passato. L'uso della colonna sonora, come della fotografia e dei colori, è molto semplice e plastico ma anche ricchissimo di autenticità e rende tutto molto coinvolgente anche lì dove è incombente un senso di freddezza tipico della società finlandese e delle persone nel loro essersi ridotte a questo. I protagonisti infatti sono sempre degli sconfitti, delle persone umili e sia molto forti che molto fragili. Costretti a cambiare sempre lavoro, continuamente spinti a consolarsi con quello che si può, ovvero soprattutto alcol, si trovano ad affrontare un incredibile innamoramento che li rende stoici di fronte alla decadenza di tutto ciò che li circonda o che li caratterizza.

Un film neoclassico, quasi avanguardistico per la sua delicatezza e anche forza, soprattutto nella scrittura. Siamo costantemente circondati da rimandi al cinema anni 40 e 50. Siamo di fronte ad un uso evocativo ed amplificatore della musica, che ci inserisce nei pensieri per lo più malinconici dei personaggi. Infine abbiamo un'ironia a più strati che rende il film estremamente semplice e coinvolgente per ogni pubblico ma anche molto sottile nella rappresentazione di tante situazioni estremamente quotidiane e anche molto cinematografiche e di repertorio. 

Un film imperdibile che mi ricorda il meglio dello spirito del cinema classico hollywoodiano, del cinema neorealista e di quel decadentismo successivo di autori come Allen e Boyle, che però conservano l'aspetto romantico e lieto. Il tutto restando molto fedele al modo di relazionarsi e di socializzare del nord Europa. 

E poi si prende anche gioco di chi, come me e più di me, parla di cinema e tenta di etichettarlo. Quindi benissimo.


di Giovanni Piretti 


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