MI LIMITO A SOLLEVARE DUBBI: Watchmen, Gaza e contemporaneità

 MI LIMITO A SOLLEVARE DUBBI:

Watchmen, Gaza e contemporaneità

Watchmen - il film del 2009

Siamo nel 2023 e sembra di essere indietro di mille anni. Il progresso attuale è fatto di ripetizione di errori del passato (progresso = miglioramento; progresso = ripetizione?) che continuano a tornare all'infinito, conditi da una nuova capacità di affrontare i temi in maniera superficiale. Non soltanto in senso filosofico, ma linguistico; e artistico.

Oggi siamo nell'era della comfort zone da ricreare, non credo solo per colpa di "legioni di imbecilli", in cui vengono sostituiti in una equazione due elementi sommati tra loro con uno alternativo:

problem solving n.1 = complessità + autocritica

problem solving n.2 = safe language

complessità + autocritica = safe language

problem solving n.1 = problem solving n.2

Oggi questo passaggio si dà per vero e necessario così. Perché? Superando questa fastidiosa retorica, vorrei fare degli esempi partendo da Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, con trasposizione cinematografica di Zack Snyder.

Siamo in un futuro alternativo. Negli USA, Nixon è per la quinta volta presidente. La guerra fredda è più calda che mai. Si rischia il conflitto nucleare e ben due generazioni di eroi mascherati ormai non contano più nulla e sono stati banditi da un decreto statale. L'unico che regge l'equilibrio è il dottor Manhattan, che è diventato energia pura dopo un incidente nel suo reparto di fisica molti anni prima. Manhattan era un uomo americano, ora è un non-uomo che gli americani credono al contempo un mostro e un protettore alleato.

Tra gli eroi c'è il Comico, un personaggio in grado di essere insieme anarchico e patriottico, ai limiti del fascismo e incredibilmente liberale, ironico e depresso, sessista e empatico, corretto e scorretto, disumano e umano. Non con leggerezza, s’intende. Ha ucciso e violentato donne e bambini, ma ha subito anche un grande senso di colpa per tutta la vita. Ha tolto delle vite in maniera gratuita o per corruzione, ne ha salvate molte per generosità e semplice onestà.

Rorschach è un detective con disturbi psicologici, che indossa una maschera che lui chiama "faccia". Ha subito di tutto da bambino, perdendo i genitori e la dignità e diventando un giustiziere che autonomamente cerca criminali di ogni genere punendoli con violenza illegale. Ha una particolare attenzione nel voler proteggere ed evitare violenza sui bambini e ne ha evitata moltissima.

Spettro di seta è una eroina che ha combattuto il crimine con ferocia di fronte al sessismo gratuito subito negli anni 40-50. È stata violentata da un uomo che ha allontanato. Ha deciso dopo anni, con lucidità, di perdonare e amare quell'uomo da cui ha avuto una figlia.

Questa figlia è diventata anch'essa eroina e ha chiuso, ad un certo punto, con l'essere vivente più potente della terra, andando contro dei privilegi in favore di semplice umanità.

Un altro eroe ha considerato la pace per miliardi di persone più importante della morte di milioni di esse per ottenerla.

Tutto questo cosa significa?

Che fino a pochi anni fa era possibile ragionare sull'uomo contemporaneo e scrivere un'opera del genere risultando realistici e per niente offensivi, ma anzi capaci di scuotere le menti di fronte a tutto il bene e tutto il male che un singolo essere umano può avere in sé e può provocare.

Significa che fino a qualche anno fa propendevamo per leggere le persone e la realtà rendendoci conto della complessità e non basandoci su una semplice etichetta stampata e irreversibile, per tatuare o tatuarci in una safe zone linguistica capace di suddividere e comprendere il mondo facilmente; senza eliminare una caratteristica fondamentale dell'uomo: il giudizio pensato, diverso dal pensiero detto.

D'altronde la tendenza a semplificare è una costante, che ci serve per dare un senso e una struttura alle cose che accadono, in modo da convincerci che siamo nel giusto.

Ora guardiamo quello che accade nel mondo:

Israele e Hamas sono in guerra. Forse Israele e Palestina sono in guerra.

Forse una parte di Israele più conservatrice è in guerra con una parte più terrorista della Palestina.

Forse entrambi sono terroristi. Forse nessuno dei due.

Se quell'ospedale l'hanno attaccato gli Israeliani, allora solo loro i terroristi; viceversa, se sono stati i Palestinesi... (una fazione bellica dei Palestinesi...)

Forse si sono svolte manifestazioni in cui leader mondiali filoisraeliani invitavano a sopprimere le vite palestinesi in virtù dell'antisemitismo subito.

Forse Adania Shibli non ha avuto il diritto di partecipare al Salone del Libro di Francoforte e di ritirare un premio perché in Germania c'è ancora troppa vergogna per ciò che è stato fatto agli ebrei.

Non parliamo di Ucraina, Russia, ONU, Cina e così via...

Forse è tutto giusto e tutto sbagliato e/o forse vivere in mezzo a queste realtà richiede maggiore lucidità.

Non credo di averla, mi limito ad osservare e sollevare dubbi.

Certamente un'altra tendenza, che fa da obiezione, è quella di dire che se mettiamo tutto in discussione e in forse non agiamo mai. Ma agire di impulso o agire per agire, è meglio che non agire?

Strutturare il mondo sempre e comunque in buoni e cattivi, non è forse un po' inefficace dopo tutti questi anni?

Alla fine, ci continuiamo a limitare a schierarci con la parte con cui siamo cresciuti, che ci hanno insegnato essere giusta; in questo modo la mente è quieta e accettiamo l'agire in quella direzione, ma sottovalutiamo che, facendo così restiamo, tuttavia, immobili. E anche schierarsi dall'altro lato polemizzando e basta, ci rende immobili. Allora che fare? Nel 2023, la più grande rivoluzione potrebbe essere una semplice presa di coscienza generale che gli uomini, ormai, hanno commesso tutti gli errori possibili e sono rimasti sempre lì. Forse un po' di sobrietà e di equilibrio, una rivoluzione equilibrante, di ridistribuzione e buonsenso, sarebbe utile. Una ammissione di fallimento del gioco politico-mediatico il cui schema è insufficiente e conosciuto.

Visto che essere occidentali non significa sempre essere insindacabilmente schierati coi buoni, ho citato Watchmen, e chiudo con una battuta del Comico non totalmente coerente con tutto il discorso, ma con il cuore di esso. Anche perché è una bella frase per invitarci ad approfondire:

"...Cosa è successo al sogno americano? Si è realizzato"

 

Di Giovanni Piretti


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