TORNANDO DAL CINEMA - MEN (2022)

 

 TORNANDO DAL CINEMA

Raccolgo opinioni appuntate a caldo dopo la sala



MEN (2022):

Ero veramente colpito. Secondo me Alex Garland (Ex Machina) vuole parlare approfonditamente dell'uomo in generale.

Inteso come specie.

 Passa per tematiche variegate, intersecando errori e colpe dell’uomo, isitinti primordiali, sentimenti riconducibili ad essi in parte, riconducibili ad una costruzione della società che ha portato ad una deriva dello stare insieme. E anche qui, viene il dubbio che sia un fatto legato più al nostro essere animali oltre che umani.

L’uomo continua a commettere gli stessi errori e gli stessi crimini nelle varie figure e nei vari ruoli della società che si è creato, ma semplicemente si tramanda questa colpa nel vivere e nel nascere.

[SPOILER, ma consiglio comunque la lettura per incuriosirvi]

 

 



E immagina modi di nascere e di esistere in cui è tutto proiettato su sé stessi, sempre di più. Tanto da volersi auto-generare.

Un ripetersi che nasce dal peccato originale.

E che forse include tra i vari peccati lo stesso nascere continuamente così da sempre, ma anche nel mutare il modo di voler nascere (o di voler morire o voler uccidere una parte della propria umanità, vista la sua malvagità).

Infatti, il sorriso finale è forse si dà intendersi come un sorriso tra donne rispetto alle figure nocive maschili, che oggi è una lettura che salta all’occhio facilmente con le varie versioni di femminismo (reale, ideologico, estremo), ma è anche un sorriso macabro di una donna incinta che metterà al mondo un altro "peccatore" (a prescindere dal sesso a mio avviso) e che ne gode. In quanto animali, godiamo (atto sessuale) nel creare noi stessi e nel preservarci. E forse il massimo progressismo possibile non sarà mai abbastanza per l’istinto di sopravvivenza e di conservazione della specie.

A meno che non si giungerà ad una definitiva autodistruzione, che probabilmente sarà involontaria. Se anche ci fosse, supponiamo, una totale rivoluzione del femminismo più militante, non reale ma quella branca approssimativa e reazionaria estremista, che vorrebbe ribaltare una presunta totale condizione di insoddisfazione e prevaricazione subita, sicuramente parzialmente reale e da combattere, portandola ad un rovesciamento speculare dei ruoli (c’è chi con frustrazione punta a questo), non ci sarà comunque un miglior futuro per l’umanità. 

Trattasi di un cambiamento di forme soltanto, come qualcuno sostiene sulla rivoluzione digitale, prima ancora del passaggio dall’umanesimo al capitalismo, prima ancora dal feudalesimo all’umanesimo…

È molto intelligente come film perché lascia spazio a molte interpretazioni e a molte immagini con metafore semplici e insieme complesse. Mi ricorda molto Tarkovskij. Certo l’uso del digitale è veramente di una freddezza disarmante e la primissima parte ha una regia non piatta, ma ridotta al minimo.

Forse è un preavviso, un allarme, questo film. Così ci schiantiamo, ma il cambiamento che si vede all'orizzonte sembra una soluzione illusoria...

 

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di Giovanni Piretti


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