DOVRESTI VEDERE: IL COLLEZIONISTA DI CARTE (2021)
IL COLLEZIONISTA DI CARTE (2021)
Presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 2021, Il collezionista di carte è un film che purtroppo non ho fatto in tempo a vedere in sala nonostante lo avessi adocchiato bene. Ma l'ho recuperato.
Chiunque può andare in tilt
C'è del buonsenso in questa frase; sentendola dalla bocca di William Tell vi è, piuttosto, qualcosa di macabro.
L'atmosfera della storia è parecchio agghiacciante. La tensione è subito palpabile e sale lentamente. Abbiamo la sensazione che il nostro protagonista, che è stato in prigione per anni e che è estremamente calmo, razionale, fin troppo lucido, tanto da essere maniacale, nasconda qualcosa. La sensazione si trasforma in certezza, ma non ancora in assoluta verità. Se ci pensiamo bene, non sappiamo perché è stato dentro, né del perché abbia determinate ossessioni. Due su tutte: le carte e la voglia di essere il più anonimo possibile. Ma qualcosa si presenta sulla sua strada...
The card counter ♦️♠️ si rifà ad un certo cinema americano indipendente e d'autore consolidatosi nella fase della New Hollywood, dove un crescendo tipico del genere puro non manca mai. Thriller, li chiamano. Qui a ragion veduta. Sembra anche un po' di essere stati catapultati negli anni 90', dove film come Cape Fear e Strade Perdute sono la rinascita di un cinema stantio sfociato nell'action muscolare della peggior specie. Non a caso parliamo di autori come David Lynch e Martin Scorsese. E infatti il buon Martin è anche produttore esecutivo per lo storico e immancabile collega Paul Schrader (collaboratori ad esempio in Taxi Driver, non a caso...), regista e sceneggiatore di questa pellicola con Oscar Isaac protagonista affiancato da tanti bravi colleghi, tra cui Willem Dafoe, Tiffany Haddish e Tye Sheridan.
Non siamo in Twin Peaks 3, ma sembra di sì. Tutto è fin troppo realistico, statico, ripetitivo, come la vita voluta dal protagonista. Tutte le inquadrature sono a camera fissa. Il film si prende il suo tempo ma è straniante fin da subito; solo che William Tell, a differenza di Max Cady, non cerca alcun problema, (cerca di scansarli, come detto).
Tuttavia, viene continuamente tentato e adescato. Nel profondo, forse, vuole qualcosa di più. Qualcosa che ha a che fare con il suo passato in prigione. Cosa significa trovarsi davanti un ragazzo che crede di conoscerlo e crede che possano aiutarsi a vicenda? Trovare una donna, una giocatrice e agente, che gli offre una possibilità ambiziosa, proprio a lui? Lui che si muove di città in città continuamente e gioca molto a carte con puntate e vincite basse per avere un basso profilo.
Qualcosa che ha a che fare con il suo passato. Con il suo passato, si. Con il motivo specifico per cui è finito dentro. Perché è finito dentro? Di sicuro è un "tipo losco", ma anche fin troppo prudente. È perché ha imparato la lezione? Di sicuro qualcosa ha imparato, come dice lui stesso all'inizio, mostrando la routine, l'istruzione e la prudenza, appunto. Ma lo ha imparato perché? Ha a che fare con quello che ha fatto o con quello che non ha fatto? Perché è finito dentro? E riuscirà a resistere alla tentazione di scoprire di più su questa domanda e sulla possibilità di rifarsi? Cosa significa davvero, "rifarsi"?
Tante domande, ripetute anche, ma mi fermo qui: questa non è una recensione, bensì un invito.
Vorrei, infatti, invitarvi a vedere un esempio di cosa sia anche il Cinema con la C: di Classe e di Cinema.
Ora su Prime Video.
Anche Cape Fear è disponibile su Prime Video o Prime Video Student se sei studente).
di Giovanni Piretti
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